Con l’Adesione e il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica
Festad’Africa Festival 2010
Festival internazionale delle culture dell’Africa contemporanea
Diversità culturale un bene di tutti
nona edizione
Direzione artistica Daniela Giordano
dal 15 al 18 settembre 2010 – Teatro Palladium, Roma
È un evento del CRT scenaMadre
Con il sostegno di:
Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione; Dipartimento di Lingue per le Politiche Pubbliche Università di Roma “La Sapienza”
Con il patrocinio di:
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero dei Beni Culturali, Ministero per le Pari Opportunità, Ministero degli Affari Esteri, Commissione Italiana per l’UNESCO
Ambasciate di Tunisia e Senegal
In collaborazione con:
Il Labirinto-Progetto Educinema
Cliccaquì-Roma
Alcantara Teatro/ Mediterraneo
Afriwines
Con l’adesione e il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Festad’Africa Festival internazionale delle culture dell’Africa contemporanea giunge nel 2010 alla nona edizione, promossa e organizzata dal Centro Ricerche Teatrali scenaMadre, diretto da Daniela Giordano, attrice e regista, realizzata con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, e dell’Università “La Sapienza” – Dipartimento di Lingue per le Politiche Pubbliche.
La nona edizione di Festad’Africa festival internazionale delle culture dell’Africa contemporanea si realizza con i patrocini di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero dei Beni Culturali, Ministero Affari Esteri, Ministero alle Pari Opportunità, Commissione italiana per l’Unesco, Ambasciate di Tunisia e Senegal.
Questa edizione sceglie di continuare il suo percorso che considera la cultura il luogo ideale per la costruzione di un dialogo pacifico tra le genti e si intitola
Diversità culturale, un bene di tutti
Il Festival, unico nel suo genere in Europa, da anni promuove e sostiene le espressioni artistiche contemporanee del continente africano, con lo scopo di conoscerne e diffonderne i contenuti e i valori universali e di sensibilizzare, attraverso la cultura, l’integrazione e l’incontro tra culture e popoli.
Il festival ha creato, in questi anni, la consuetudine di affrontare tematiche scottanti della nostra contemporaneità ( i bambini soldato, le mutilazioni genitali femminili, la povertà e l’impoverimento, la condizione delle donne, le guerre etniche, l’immigrazione , diritto alla cittadinanza,…), attraverso lo sguardo degli artisti che, con il linguaggio dell’arte e con differenti mezzi, dal teatro, alla danza, al cinema, sono in grado di leggere la realtà, traducendo fatti e accadimenti, in una sintesi poetica e metaforica, capace di sensibilizzare e comunicare con un pubblico, anche non preparato, creando coscienza e offrendo informazione e riflessione.
La nuova composizione della società contemporanea nella quale viviamo, multietnica e multiculturale, ci obbliga a riflettere sul valore delle diversità come opportunità per approfondire il valore della nostra identità in relazione e nel dialogo con culture differenti.
La grande crisi economica globale porta con sé il grave rischio di comportamenti violenti e razzisti che bisogna contrastare, alimentando e sostenendo la promozione, la produzione e la circuitazione delle idee e dell’arte. L’impoverimento culturale è infatti alla base dei comportamenti xenofobi e di intolleranza religiosa dei quali siamo testimoni. E’ necessario non abbassare la guardia e impegnarsi in azioni vigorose che creino costantemente le occasioni per un confronto costruttivo e di dialogo interculturale. I risultati che Festad’Africa Festival ha conseguito dal 2002 a oggi, in otto edizioni, confermano che è possibile e strategico investire nella cultura contemporanea, e che questa azione culturale, sociale e politica, va estesa oltre i confini del nostro vivere quotidiano.
(Daniela Giordano)
Fino ad oggi sono state coinvolte e presenti al Festival trentacinque nazioni diverse, e questo ha contribuito a diffondere nel mondo la cultura africana e a sensibilizzare il pubblico al suo valore.
Il Festival persegue la finalità di contribuire alla creazione di una cultura di pace e di pacifica convivenza, basata sulla conoscenza, il rispetto reciproco e sul valore delle differenze, promuovendo l’incontro e il dialogo tra culture differenti, attraverso la danza, il teatro, la musica, il cinema, la letteratura e gli incontri.
Artisti e società civile impegnati nell’opera di rinnovamento, si incontrano per diffondere il loro lavoro e la loro ricerca espressiva e culturale all’interno del più universale contesto umano, contribuendo a formare una nuova coscienza priva di pregiudizi e un nuovo atteggiamento disponibile al dialogo.
Obiettivo primario del festival è creare valore per le comunità locali inserendole in un contesto di confronto sopranazionale, affidando al teatro e alle arti così indirizzate, il compito di avvicinare le genti, nel rispetto e nella tolleranza.
Dalla cultura dei padri al destino dei figli quest’anno il Festad’Africa festival propone un approfondimento sulle diversità culturali e linguistiche aprendo anche lo sguardo alle diversità culturali di una stessa nazione.
La programmazione tutta romana si inaugura il 15 settembre al Teatro Palladium – Università Roma Tre, con una tavola rotonda su Immigrazione-Cittadinanza che vuole focalizzare sul diritto di cittadinanza per le seconde generazioni di immigrati in Italia.
Giornata realizzata in collaborazione con Il Labirinto-Progetto Educinema .
Ne discuteranno , con la platea, i politici e i giuristi, esperti del settore, invitati. Sono stati invitati: On. Fabio Granata e On. Andrea Sarubbi, firmatari del disegno di legge per il diritto alla cittadinanza; Maruan Oussafi, responsabile nazionale di Anolf Giovani di 2 Generazione, e Osama Al Saghir, Associazione Giovani Musulmani in Italia . Conduce Marino Sinibaldi direttore di RAI RADIO3.
Presentazione dei film-documentario, Sei nel mondo diretto da Camilla Ruggiero ( Italia 2006) e Fratelli d’ Italia ( Italia 2009), diretto da Claudio Giovannesi , che affrontano il tema dell’ integrazione degli adolescenti immigrati in Italia.
Il 16 settembre verrà poi presentato lo spettacolo la compagnia tunisina L’art de le deux rives, presenta in prima nazionale e europea , Zirriât bliss ( I semi di lucifero), ispirato all’opera teatrale “Les Bonnes” e agli articoli “I palestinesi” e “4 ore a Chatila” di Jean Genet, adattato dal drammaturgo tunisino contemporaneo Ibrahim Ben Amor, con la regia di Hafedh Kalifa. Le musiche sono di Evelina Meghnagi.
Se i personaggi femminili del testo di Genet, si trovano private della loro libertà, incapaci di decidere sul loro destino, queste donne parlano soprattutto della loro femminilità in un territorio lontano e oscuro. Si parla della femminilità ma la metafora teatrale affonda la riflessione sulla questione Israele-Palestina, in un ottica nuova e interessante: porre l’accento sul conflitto interno palestinese. Uno spettacolo che gode delle magistrali interpretazioni delle grandi attrici tunisine: Ben Yahia Jalila e Dalila Meftafi. Completano il cast : Nourhène Bouzaïane, Hajer Ben Saïd, Mansour Sghaïer.
Nella proposta tematica “Diversità culturale, un bene di tutti”, il festival propone una compagnia italiana con testo italiano, che parla del nostro oggi multiculturale e multietnico, importante testimonianza delle molte Italie che convivono nella nostra nazione.
Il 17 settembre la compagnia Divano Orientale Occidentale presenta Ammaliata, orchestra popolare per coro di sei voci e tre seggiole , drammaturgia e regia
Giuseppe L. Bonifati con la collaborazione di Cecilia Di Giuli con Luigi Tabita, Fabio Pappacena, Maurizio Semeraro, Roberta De Stefano, Lisa Severo, Giuseppe L. Bonifati. La valorizzazione delle diversità culturali, ci spinge a cogliere la ricchezza e la varietà del nostro territorio, e a comprendere con maggior chiarezza l’appartenenza di ogni singolo segmento a un Tutto, che nella sua complessità, non può essere semplificato in nessuna parte. La ricerca drammaturgica di Bonifati, è partita come una larga spirale di lingue calabresi, con certe assonanze della Campania, della Puglia e della Basilicata, che arrivano dal mare, dalla montagna, a celebrare matrimoni di suoni, oscuri riti popolari.
Chiude il festival sabato 18 settembre Keur Senegal di Lamine Dabo che coinvolge in scena quindici artisti senegalesi tra danzatori, musicisti, ballerini acrobatici e cantanti del gruppo Farafinaritmi e che segna, anche, il ritorno sulla scena romana, del grande percussionista Sena MBaye. “Keur” in wolof, la lingua nazionale in Senegal, vuol dire “casa”. In Senegal il canto “Keur Senegal” è l’occasione per uomini e donne, maestri della loro arte di riunirsi, di festeggiare e di chiacchierare al suono degli strumenti musicali tradizionali la sera, al chiaro di luna.
Ogni pomeriggio alle 19.30 incontri con artisti immigrati coordinati da Daniela Giordano e Alessandro Jedlowsky .
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16 settembre: Diversità culturale: EDUCAZIONE”
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17 settembre Diversità culturale: ARTE
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18 settembre: Diversità culturale: POPOLI
Nel foyer ispirandosi al titolo del festival “Diversità culturale un bene di tutti” Alessandra Toro presenterà un’esposizione dal titolo ANWAR PER AGENDA 21, su tre etnie che si sono battute per l’autodeterminazione dei loro popoli, : i CHEWA del Malawi, i SAHRAWI del Sahara Occidentale e i SAN del Kalahari.
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