Lamine Dabo(Orpheus) e Daniela Giordano (le ondine)
Crt scenaMadre
di Daniela Giordano
con: Daniela Giordano (Le Onde) e Lamine Dabo (Orpheus)
coreografia: Lamine Dabo
musiche: Ismaila ‘Mbaye (Djembè) e Djibril Gningue (Kora)
costumi: Patrizia Pitzalis
disegno luci: Giuseppe Falcone
suono: Claudio Torlai
aiuto regia: Marzia Tedeschi
regia: Daniela Giordano
Uno spettacolo costruito con architetture di molti linguaggi e saperi: la scrittura poetica si scioglie e prende vita nella danza, nell’emozione della voce che duetta con il djembè, e il griot incalza con il canto in wolof, la lucente metafora dell’ascesa di Orpheus alla piena consapevolezza. Torno a visitare il mito di Orfeo, nell’unica realtà contemporanea a me nota e vicina, l’Africa, nella quale mi sembra possibile accedere al segreto motore dell’universo, l’Amore. L’Amore l’unico stimolo che spinge la conoscenza oltre ai limiti materici, oltre il visibile e misurabile, unica realtà che unisce e non divide, l’unica esperienza che permette di percepire la vera entità di tutti i fenomeni , perché corpo e mente si fondono in un unico suono con l’Universo. Orpheus: nomen omen, un destino cucito addosso dall’imposizione di un nome alla nascita, un nome lontano, un destino che prende forma e sostanza, lo spettro della morte che incalza, la straordinaria capacità degli esseri umani di trasformare l’ostacolo nel quale si inciampa nel gradino sul quale si sale e ci si eleva, il viaggio di iniziazione al dolore della conoscenza che sublima nella pienezza del sé/altro da sé, shiki-shin-funi, non dualità di anima e corpo, spirito e materia armonizzati nell’UNO che si fa verbo, suono, vibrazione e movimento/corpo.